A seguito della proposta progettuale con la quale l’ex Conservatorio Santa Caterina della Rosa è risultato primo aggiudicatario nella graduatoria di Roma Capitale in risposta al bando pubblico DGR n. 528 dell’11/11/2011 “Attività di recupero del patrimonio esistente per l’attivazione di servizi sociali nella Regione Lazio”, è in fase di programmazione la realizzazione di due tipologie di strutture residenziali sociali:
a) Casa Famiglia per donne fragili con o senza minori/figli
b) Gruppo appartamento per minori in semi autonomia.
Le due strutture saranno comprese all’interno di una solo ampia unità immobiliare come garanzia dell’unicità della struttura, ma allo stesso tempo inserita in un più ampio complesso di unità immobiliari di proprietà, anch’esse destinate all’erogazione di servizi sociali a favore dei minori e della famiglia, offrendo in tal modo un lotto multifunzionale ed integrato di servizi rivolti ad un gruppo omogeneo di utenze.
Il gruppo appartamento per minori entrati nella maggiore età, in conformità con il servizio già attivo, si propone quale struttura residenziale di secondo livello finalizzata ad offrire un contesto residenziale protetto in regime di semi autonomia ad adolescenti dimessi da strutture di accoglienza residenziale per minori a seguito del compimento del 18 anni. Il servizio L’inserimento è proposto dai servizi socio-sanitari del territorio di Roma e provincia, su disposizione del Tribunale per i Minorenni di Roma, laddove sussistano condizioni di abbandono, deprivazione affettiva, instabilità relazionale, maltrattamento e abuso, fisico e/o psicologico.
Si intende così offrire un contesto di crescita protetto a quei minori per i quali risulta impossibile la permanenza nella propria famiglia, allo scopo di sostene-re e recuperare il loro inserimento o reinserimento sociale e scolastico.
La comunità sarà strutturata per l’ accoglienza fino ad un massimo di 8 utenti in contemporanea, affidato ad una equipe educativa , composta da un coordinatore ed educatori professionali in misura congrua a garantirne il funzionamento h24 per 365 giorni all’anno.
La Casa Famiglia per donne in difficoltà con o senza minori si rivolgerà alle donne in donne in difficoltà sociale ed in condizione di fragilità, con particolare riferimento ai nuclei madre con bambino, in modo similare alla Casa Internazionale dei Diritti Umani delle Donne.
La Casa Famiglia, destinata all’accoglienza di donne e/o nuclei per un periodo oscillante tra i 6 e i 9 mesi, si configurerà come un servizio di secondo livello successivo alla pronta accoglienza e sulla necessità di redigere piani individualizzati di intervento concentrati sulla costruzione di percorsi verso l’autonomia, partendo proprio dall’iniziale risposta all’esigenza abitativa e di protezione, con particolare riguardo alle dinamiche del nucleo madre/bambino nel quale frequentemente le madri devono essere valorizzate come portatrici di in-capacità e disturbi, nonostante la fase critica nella quale può essere venuto meno il loro livello di affettività e cura dei figli.
La casa famiglia garantirà una serie di servizi, integrativi all’ospitalità, quali: segretariato sociale
consulenza professionale e specialistica, orientamento informativo ai servizi ed al lavoro, attivazione di future soluzioni alloggiative, progetti individuali, mediazione culturale, gruppi di auto mutuo aiuto.
[h6]Centro di integrazione sociale in favore delle persone diversamente abili e delle loro famiglie[/h6]
In attuazione di un apposito Protocollo di intesa sottoscritto con Roma Capitale in materia di politiche sociale, gli IRAS, promuovono congiuntamente alla Parrocchia di Santa Maria del Divino Amore, la realizzazione del progetto sperimentale “Divino Amore”, rivolto alle persone disabili e ai loro familiari e rientrante nell’ambito delle Opere del Santuario della Madonna del Divino Amore, che ha trovato idonea collocazione nell’attuale Casale S. Benedetto, di proprietà degli IRAS e opportunamente già ristrutturato a spese del Santuario, costituito da tre distinti complessi, dei quali due comprendono un totale di 11 camere, a più posti, mentre il terzo complesso si riferisce ad un ampio spazio disponibile per le attività aggregative diurne.
Il progetto assume un valore di assoluta fisionomia innovativa, rispetto alle attuali strutture di accoglienza per disabili, per il fatto che, per la prima volta, coinvolge fattivamente i famigliari e, per le famiglie più disagiate, ipotizza un’accoglienza continua, 24 ore su 24, oltre che prevedere, inoltre, tutta una serie di attività di sostegno con una spiccata caratteristica di sinergia fra loro, e la possibilità di un Centro diurno per disabili, nel cui ambito sono previste attività laboratoriali nel settore del giardinaggio e sperimentazione della cosiddetta “pet-therapy”, cui si aggiungono – grazie alla disponibilità dell’Auditorium del Santuario – un laboratorio teatrale e musicale dotato di ogni ausilio tecnologicamente rilevante, anche in relazione alla sua capienza di ben 800 posti, per attività di musicoterapia e l’adiacente maneggio, il quale rientra nel complesso delle strutture che sinergicamente vanno a costituire il progetto pilota stesso.
La possibilità di utilizzare un Centro diurno per i soggetti diversamente abili consentirà di prevenire quelle situazioni negative, nell’interno dei nuclei famigliari, conseguenti alle difficoltà di gestione di soggetti che, per la loro limitata autonomia, hanno bisogno di attenzione e cure continue e non sempre disponibili. Le persone disabili saranno ospitate presso il Casale di S. Benedetto, in un contesto di protezione e tutela; mentre le loro famiglie potranno partecipare alla vita quotidiana, alle attività programmate ed anche essere presenti, quindi ospitate, durante i pasti, momento di importante aggregazione comunitaria. Le famiglie in grave disagio (per esempio abbandono del gruppo famigliare da parte di un coniuge) viceversa potranno essere ospitate presso la Casa stessa oppure la adiacente struttura “Casa del Pellegrino“, nell’interno del Santuario, ed essere affrancate dai disagi della solitudine.